mercoledì 8 aprile 2015

Macelleria italiana - le parole sono importanti.

Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti.
Le parole hanno un peso. Possono far bene o far male. Possono salvare o condannare.
 
Italia, Genova, luglio 2001. 14 anni fa.
I fatti di Genova mi avevano sconvolto subito dopo il loro accadimento, anche se avevo appena 8 anni. Hanno continuato a sconvolgermi negli anni seguenti. Ricordo quanto mi piaceva guardare alla tv "Blu notte" di Carlo Lucarelli, e con quanta attenzione guardai la puntata dedicata proprio ai fatti del G8 di Genova 2001.
Sentire le testimonianze delle vittime - le parole sono importanti - mi congelava, mi atterriva. Eppure non era un film dell'orrore quello che avevo davanti. E orrore potrebbe non essere la parola giusta, potrebbe non essere abbastanza - le parole sono importanti.  
 
 
 
"Assalto alla Scuola Diaz". Assalto e scuola sembravano due parole che non avrebbero dovuto andare d'accordo, che almeno in Italia (così credevamo) non avrebbero dovuto essere accostate - le parole sono importanti.
Quella notte, per molti fu l'inferno. Chi ha subito i pestaggi, le sevizie, le violenze, le umiliazioni, le ferite, i traumi, le botte, il dolore, le fratture, la paura, riassume tutte queste parole in una metafora: macelleria messicana - le parole sono importanti.
 
Che quell'espressione sia stata coniata, riguardo alla Diaz, da un poliziotto, il vicequestore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma Michelangelo Fournier, poco importa. Anzi, fa capire quanto scempio gli sia apparso davanti agli occhi e da chi era stato messo in atto.
 
Una delle parole ad aver fatto più male è stata sicuramente prescrizione: questo è tutto ciò che lo Stato Italiano è riuscito a fare per punire i colpevoli e risarcire le vittime. Impunità. Come un secondo assalto, ancora più grave perché legale.
 
 
Tante parole - più o meno importanti - sono state dette in questi anni sui fatti di Genova. Le più importanti sono quelle pronunciate qualche giorno fa dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che ha definito l'assalto alla Diaz tortura.
Italia, Genova, luglio 2001. Non Messico, inizi del '900. Italia. Eppure, tortura c'è stata. Immotivata, sprezzante, soverchiatrice, immonda, vergognosa, gratuita tortura. Che si debba cominciare a chiamarla macelleria italiana? Saremmo davvero fieri di questo made in Italy?
 
Le parole sono importanti. E per questo, dovremmo indignarci tutti.

#vergognadiStato #chiamiamolatortura

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