martedì 12 maggio 2015

#Ringraziauninsegnante

Ho avuto molti insegnanti nella mia carriera scolastica. Buoni e cattivi, preparati e non preparati. Di sicuro c'è che ne ho avuti molti. Come quell'anno, al liceo, che la mia insegnante preferita andò in maternità e arrivò la supplente. Che però dopo una settimana si ruppe il piede, rendendo necessario l'arrivo della supplente della supplente.
Davvero tanti insegnanti.

Molti di questi non li dimenticherò mai, non perché fossero bravi, al contrario. Non dimenticherò mai quanto NON mi hanno fatto imparare. Ci sono di mezzo materie diverse, dal latino all'inglese, dalla storia dell'arte all'educazione fisica. Si sa, non si può essere sempre fortunati. Capita di trovarsi davanti insegnanti incapaci. Capita perché capita di trovarsi davanti persone incapaci, come ci sono in ogni ambito della società e come, ahimè, ci saranno sempre. Questo però non può bastare a colpevolizzare l'intera categoria. Non può essere risolto con un decreto da Far West, con il preside nei panni dello sceriffo.

Ho avuto molti insegnanti e alcuni di questi non smetterò mai di ringraziarli.

Ringrazio Fausta, la maestra delle elementari che ci leggeva le fiabe irlandesi e i racconti di Rodari e ci spronava gentilmente a diventare grandi nella maniera migliore possibile.
Ringrazio Salvo, che alle medie mi ha fatto capire la matematica e si rivolgeva a noi con una dolcezza infinita.
Ringrazio Maria, che mi ha insegnato che i libri sono dei campi di battaglia sui quali scrivere, appuntare, sottolineare, sottolineare di nuovo, scrivere ancora, se serve a farti studiare meglio. I libri di scuola vanno vissuti.
Ringrazio Pina, che mi ha insegnato molto poco di storia della musica, ma tanto di musica vera, cantata, musica che non avrei cantato o mai nemmeno conosciuto senza il suo lavoro per creare il coro della scuola. Ho scoperto il mio amore per il canto grazie a lei, grazie a lei ho cantato Mascagni, Mozart, Verdi.
Ringrazio Cristina, che mi ha insegnato il francese così bene da avermi fatto dimenticare quanto fosse severa. Così bene da aver reso indelebili nella mia mente "L'albatros" di Baudelaire e la biografia di Tahar Ben Jelloun.
Ringrazio Angela, che al liceo lodava i miei temi d'italiano e mi permetteva di sbizzarrire la mia fantasia dando come traccia base una singola frase tratta da "Marcovaldo". La sua disponibilità all'ascolto e la sua dolcezza erano insostituibili.
Ringrazio Rocco, che, seppur molto severo, mi ha insegnato così bene la letteratura greca che credo che non potrò mai più dimenticarla. E' stata l'unica materia che io e i miei compagni non abbiamo dovuto ripassare per la maturità, l'avevamo praticamente scolpita in mente. E l'ultimo anno è stato pure simpatico.
Ringrazio Salvatore, un altro Salvatore e anche lui prof di matematica, che al liceo mi ha permesso di capire la cosa che ho odiato più di tutte, la fisica, sempre con la battuta pronta e con un bagaglio di cultura generale che gli ha permesso di farci da guida in un museo durante la gita in Spagna.
Ringrazio Alfredo, con il quale ho litigato spesso ma sempre ironicamente, quasi per prenderci in giro a vicenda, discutendo sulla mia opinione dell'inutilità di Kant e sul suo amore, per me incomprensibile, per Bach e il Clavicembalo ben temperato; con il suo ostinarsi a chiedermi degli approfondimenti sugli argomenti trattati se volevo prendere un voto superiore, grazie ai quali ho capito il mio grande amore per la storia, del Novecento in particolare.

Forse sono una minoranza rispetto agli insegnanti che ho incontrato negli anni, ma devo e voglio ringraziarli di cuore, uno per uno e per il resto della mia vita.
 
Questo potrebbe dimostrare quanto una minoranza, seppur minoranza, conti davvero.